Folk rock, folk progressive e folk fiabesco, stasera al cineteatro Nuovo di Trescore (in via Locatelli 104) nell'ultimo appuntamento della rassegna «Prog e dintorni». Sono di scena gli inglesi Acoustic Strawbs e i bergamaschi Lingalad (inizio ore 21; ingresso 15 euro). Per la verità la rassegna avrà una coda, visto che la settimana prossima, per la precisione il 26, si è aggiunto in cartellone il concerto degli Osanna, ospite David Jackson, lo storico sassofonista dei Van Der Graaf Generator. Ancora una volta di scena il rock progressivo italiano.
Stasera invece con gli Strawbs si sconfina nell'Inghilterra degli anni d'oro, quando il progressive si mescolava al pop e al folk, in una delle stagioni più creative. Si era negli anni a cavallo tra la fine dei Sessanta e l'inizio della decade successiva. Il gruppo di Dave Cousins è tra i più popolari e influenti del folk progressive, amato dal pubblico del pop anche per via della militanza di Rick Wakeman, celebre tastierista poi passato in quota agli Yes. Diciassette album in più di trent'anni, From The Witchwood del '71 una pietra miliare del genere, Grave New World dell'anno dopo un capolavoro, segnalato da tutti i commentatori come esempio di stile. Da allora tanta strada, e molte versioni del gruppo che oggi, nella dimensione acustica, vede in forza il fondatore Dave Cousins, chitarre acustiche, dulcimer, banjo, canto, Dave Lambert, chitarre acustiche, canto, Chas Cronk, basso acustico, chitarre, canto.
Ad aprire la serata sono stati chiamati i Lingalad, terza giovane band in programma dopo Ubi Maior e Malaavia. Giuseppe Festa è l'inventore del suono Lingalad, alfiere di un folk ecologico, ispirato all'immaginario tolkeniano e alla filosofia naturalistica.
Lo sa bene il giornalista Donato Zoppo che introduce la serata, presentando il libro che ha scritto proprio sulla band bergamasca. Lingalad, da Tolkien ai segreti della natura (Bastogi Editore) apre una finestra su una realtà musicale che, almeno all'inizio della sua avventura, ha tratto linfa dal mondo magico raccontato da Tolkien nel Signore degli anelli . Grazie a questo e al beneplacito di Priscilla Tolkien, figlia dello scrittore inglese, i Lingalad hanno conosciuto una certa fortuna anche all'estero, laddove la Tolkien-mania ha fatto proseliti a non finire.
Per spiegare la musica di Festa e compagni fanno fede le parole dello stesso Zoppo: «La musica dei Lingalad, prettamente acustica, è legata nella maggior parte dei casi alla forma-canzone, intesa più come strumento narrativo che come dimensione compositiva; essa trae spunto e strumenti da un folk fiabesco, trasfigurato, da una sorta di world music immaginaria, parallela a quella realmente proveniente dal mondo, benché elementi celtici e medievali siano presenti nella loro formula, come in quella di altri colleghi. Contano anche i simboli, per interpretare i messaggi immaginifici. Come il logo del gruppo disegnato da uno dei componenti, lo stesso Giuseppe Festa: un albero che porta, tra le radici, una runa elfica che rappresenta la lettera L. Le radici che circondano la runa ricordano nella forma una serratura».
A proposito di tale simbologia lo stesso leader del gruppo precisa: «Il viandante Lingalad che è il nostro personaggio guida possiede infatti la chiave per interpretare il canto della Natura e tradurlo in musica per gli uomini».
Ugo Bacci (L'eco di Bergamo)
Stasera invece con gli Strawbs si sconfina nell'Inghilterra degli anni d'oro, quando il progressive si mescolava al pop e al folk, in una delle stagioni più creative. Si era negli anni a cavallo tra la fine dei Sessanta e l'inizio della decade successiva. Il gruppo di Dave Cousins è tra i più popolari e influenti del folk progressive, amato dal pubblico del pop anche per via della militanza di Rick Wakeman, celebre tastierista poi passato in quota agli Yes. Diciassette album in più di trent'anni, From The Witchwood del '71 una pietra miliare del genere, Grave New World dell'anno dopo un capolavoro, segnalato da tutti i commentatori come esempio di stile. Da allora tanta strada, e molte versioni del gruppo che oggi, nella dimensione acustica, vede in forza il fondatore Dave Cousins, chitarre acustiche, dulcimer, banjo, canto, Dave Lambert, chitarre acustiche, canto, Chas Cronk, basso acustico, chitarre, canto.
Ad aprire la serata sono stati chiamati i Lingalad, terza giovane band in programma dopo Ubi Maior e Malaavia. Giuseppe Festa è l'inventore del suono Lingalad, alfiere di un folk ecologico, ispirato all'immaginario tolkeniano e alla filosofia naturalistica.
Lo sa bene il giornalista Donato Zoppo che introduce la serata, presentando il libro che ha scritto proprio sulla band bergamasca. Lingalad, da Tolkien ai segreti della natura (Bastogi Editore) apre una finestra su una realtà musicale che, almeno all'inizio della sua avventura, ha tratto linfa dal mondo magico raccontato da Tolkien nel Signore degli anelli . Grazie a questo e al beneplacito di Priscilla Tolkien, figlia dello scrittore inglese, i Lingalad hanno conosciuto una certa fortuna anche all'estero, laddove la Tolkien-mania ha fatto proseliti a non finire.
Per spiegare la musica di Festa e compagni fanno fede le parole dello stesso Zoppo: «La musica dei Lingalad, prettamente acustica, è legata nella maggior parte dei casi alla forma-canzone, intesa più come strumento narrativo che come dimensione compositiva; essa trae spunto e strumenti da un folk fiabesco, trasfigurato, da una sorta di world music immaginaria, parallela a quella realmente proveniente dal mondo, benché elementi celtici e medievali siano presenti nella loro formula, come in quella di altri colleghi. Contano anche i simboli, per interpretare i messaggi immaginifici. Come il logo del gruppo disegnato da uno dei componenti, lo stesso Giuseppe Festa: un albero che porta, tra le radici, una runa elfica che rappresenta la lettera L. Le radici che circondano la runa ricordano nella forma una serratura».
A proposito di tale simbologia lo stesso leader del gruppo precisa: «Il viandante Lingalad che è il nostro personaggio guida possiede infatti la chiave per interpretare il canto della Natura e tradurlo in musica per gli uomini».
Ugo Bacci (L'eco di Bergamo)
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